Ci sono stati anni terribili nel passato prossimo in fatto di insolvenza e iscrizioni al Registro Cattivi Pagatori Crif, ma quelli che si stanno vivendo, forse, li superano. Dopo il blocco della pandemia e con i rincari provocati dalla situazione tra Russia, Ucraina e Nato chi ci fa le spese sono i cittadini più deboli, economicamente parlando. Non è difficile che un singolo o una famiglia, oggi, non sia in grado di assicurare il pagamento di una rata di un finanziamento, un prestito o un mutuo. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.
Cos’è il Registro Cattivi Pagatori Crif?
Con l’acronimo di CRIF s’intende la banca dati della Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria gestita da una società privata, nella quale vengono inseriti i dati di quanti non sono in regola con le rate di un pagamento da restituire. Tuttavia, l’inserimento in questa banca dati non è obbligatorio per legge, gli Istituti di credito lo fanno in forma soggettiva, in effetti, è il registro non istituzionale più accreditato in fatto di crediti insoluti, quindi le banche e le finanziarie aderiscono liberamente al Registro Cattivi Pagatori Crif. La funzione principale del CRIF è tutelare le banche, dando i dati necessari sull’affidabilità o meno di soggetti privati o aziende. Pertanto, tutte le banche e le finanziarie aderiscono all’inserimento dei dati dei cattivi pagatori.
Come funziona l’elenco dei cattivi pagatori
Il Registro Cattivi Pagatori Crif è un elenco nel quale vengono, appunto, iscritti coloro che saltano delle rate di pagamento o addirittura non ne pagano nessuna. Questo registro è accessibile alle banche che controllano lo stato di solvenza di un cliente, qualora questi richiedesse un prestito in una propria filiale. In realtà esistono più elenchi a cui le banche accedono, i nominativi ivi presenti sono inseriti secondo criteri diversi a prescindere dall’insolvenza o meno. Pertanto, esistono:
- Gli elenchi CRIF: qui i nominativi nel Registro Cattivi Pagatori Crif sono inseriti già dalla prima sofferenza in fatto di pagamento.
- Gli elenchi CR: questi sono gestiti dalla Centrale Rischi della Banca d’Italia, vengono inseriti i nominativi di chi non paga le rate. II dati dei cattivi pagatori da inserire sono obbligatori per le banche;
- Gli elenchi SIC: gestiti dalle Società di Informazioni Bancarie, è dove finiscono tutti i nominativi di coloro che richiedono prestiti o finanziamenti.
Appare chiaro che gli elenchi CRIF e CR sono quelli relativi ai cattivi pagatori, mentre il SIC è un elenco a cui gli Istituti di credito attingono per capire lo stato di un cliente o un possibile cliente. Le differenze tra i due elenchi dipendono dalla motivazione con cui vengono inseriti:
- Nel CRIF si viene segnalati nel momento in cui salta un pagamento,
- Nel CR quando la situazione debitoria è conclamata in modo irreversibile.
Dunque, possiamo comprendere che Il Registro Cattivi Pagatori Crif è quello in cui è più facile essere inseriti, del resto la CR tratta i debiti pari o superiori a 30 mila euro.
Differenze tra SIC e CR
Negli elenchi SIC sono presenti i finanziamenti accettati o rifiutati in passato da un Istituto o il numero delle rate pagate, così come i ritardi o le regolarità. In questo caso la banca o la finanziaria, può fare un’analisi generica sulla precisione dei pagamenti del soggetto accertato. In definitiva, è questo l’elenco che stabilisce se a una persona che guadagna tot, con un prestito da restituire in corso, è possibile concedergliene un altro. Dunque, questo elenco, che è generico, può sempre influire sulla possibilità di una risposta positiva a un prestito, poiché l’Istituto di credito evincerà subito se si trova di fronte a un soggetto che è puntuale nei pagamenti. Approfondendo la questione possiamo affermare che questo elenco non fa solo gli interessi delle banche o delle finanziarie, ma tutela anche i richiedenti, impedendogli di assumere dei debiti che potrebbero diventare pagamenti insoluti. In questi elenchi i nominativi vengono inseriti su richiesta degli Istituti di credito, la cancellazione, per quanto riguarda la mancanza di puntualità nei pagamenti, avviene in automatico dopo un anno dal saldo di quanto dovuto.
Invece, i cattivi pagatori sono tutti inseriti negli elenchi della Centrale Rischi CR di Banca d’Italia. L’iscrizione in questo elenco può avvenire già con sole 2 rate di ritardo anche se non consecutive una all’altra. Seppure, la Cassazione abbia stabilito che la banca debba avvisare il debitore tramite raccomandata a.r. Difatti, potrebbe trattarsi di momentanea insolvenza e con questo avviso si dà un tempo di 15 gg. per regolarizzare i pagamenti.
Come accedere al Registro Cattivi Pagatori Crif
È possibile conoscere la propria posizione nell’elenco cattivi pagatori Crif tramite una visura. Grazie a questa si potrà avere l’idea della propria posizione debitoria all’interno dell’elenco CRIF. Tutta la storia finanziaria di un soggetto è contenuta in questa banca dati: se questi ha chiesto un finanziamento, un prestito o un mutuo, con i relativi esiti, i ritardi e i numeri delle rate. Tuttavia, la lettura dei codici identificativi richiede sempre la consulenza di un professionista nel campo dei debiti finanziari. Comunque, ciò che serve sapere, è che non tutte le informazioni rimangono nell’elenco del registro cattivi pagatori Crif. Pertanto, in base alla situazione debitoria, un nominativo resta nell’elenco per:
- 12 mesi per irregolarità di almeno 2 rate di pagamento;
- 24 mesi per irregolarità dei pagamenti superiori a 2 rate;
- 36 mesi in casi di debiti gravi con rate mai pagate.
La cancellazione dagli elenchi Crif
Spetta sempre alla banca o alla finanziaria comunicare al Registro Cattivi Pagatori Crif il saldo delle rate, ma quando ciò non avviene, è possibile ottenere la cancellazione con una richiesta scritta. Tuttavia, non finisce tutto subito, poiché un nominativo resta negli archivi per tre anni dalla restituzione del debito. Quindi, gli istituti di credito potranno, comunque, accedere alle informazioni. Ma cosa fare nello specifico per chiedere la cancellazione? La soluzione migliore è:
- Saldare tutto o in parte il debito,
- Ricorrere alla procedura di esdebitamento, come prevede la Legge 3 del 2012, perché incapace di assolvere al proprio debito;
- Aspettare la prescrizione del debito, sempre che la banca non abbia provveduto a recuperarlo in altro modo.