Il mondo delle minimoto sta assistendo recentemente alla diffusione di un nuovo tipo di veicolo: la Pit bike. Forse non tutti ne hanno sentito parlare, ma sono sempre più gli appassionati di ogni età che vengono incantati da questo mondo. Vediamo di cosa si tratta.
Pit bike, queste sconosciute
La Pit bike è un genere di minimoto che in realtà vede la luce già negli anni ‘80, grazie alla Honda che per la prima volta monta un motore da 50cc a 4 tempi su un telaio da minimoto. Il veicolo però non viene compreso dal mercato, e il progetto viene così accantonato.
Questo fino a che negli anni 2000 il modello viene rilanciato negli Stati Uniti: pensavano ad una moto piccola e agile, utile ai piloti da cross per muoversi senza difficoltà negli stretti paddock. Ci vuole poco tempo perché vengano utilizzate per la competizione: la mania esplode in un secondo. Stavolta il progetto è un successo e sempre più case produttrici dedicano spazio a queste eccentriche minimoto, fino ad arrivare a grandi aziende quali Yamaha e Kawasaki.
Le Pit bike vengono apprezzate non solo per la loro sicurezza (date le dimensioni limitate) ma anche per la loro versatilità. Sul mercato sono disponibili svariati modelli adatti a tutti i gusti e le esigenze, sia per competizioni professionali che per semplci gite fuori porta. I prezzi sono vari e accessibili per tutte le tasche, da qualche centinaio d’euro per l’uso amatoriale fino a qualche migliaio per la guida sportiva.
Caratteristiche delle Pit Bike
Le cilindrate più diffuse montate sulle Pit bike sono le 110cc e le 125cc, ma se ne possono trovare anche di inferiori. Ovviamente sono in commercio anche cilindrate maggiori ma, dato il diverso posizionamento del motore, vengono chiamate più correttamente “Dirt-Bike”.
Le Pit-bike vengono prodotte anche con cambio automatico o semi-automatico, ma il più diffuso rimane quello manuale. La prestazione è influenzata in maggior misura dalle ruote, montate generalmente tra i 10’ e i 14’. L’elaborazione di questi piccoli veicoli è diventata ormai una moda.
Pit bike in Italia
In Italia le Pit bike si sono diffuse da poco, soprattutto negli ultimi 10 anni. Molti sono stati attirati dal desiderio di avere un veicolo economico con cui divertirsi, oppure una moto sicura per i propri figli. Nessuno però si immaginava la potenza offerta da un veicolo così piccolo, e subito anche qua si diffonde la passione.
Dalla metà degli anni 2000 in Italia nascono sempre più circuiti dedicati alle Pit bike; ormai ogni regione dal Nord al Sud conta almeno un circuito o più su cui è possibile mettere alla prova queste piccole meraviglie. L’iscrizione per l’uso della pista è irrisoria (una media di 20 euro per l’intera giornata) e per la competizione il costo non sale molto di più (oscilla tra i 50 e i 100 euro).
A riprova della loro sicurezza sono pochissimi gli infortuni che si contano nelle gare Pit bike, nessuno dei quali gravi. Questo fattore insieme alla loro personabilizzabilità e insospettabile potenza, ha favorito un incremento costante delle competizioni disponibili nei kartodromi d’Italia.
Tra i più recenti campionati comprendenti la partecipazione delle Pit-bike troviamo il Campionato Nazionale Velocità e il Campionato Italiano di Velocità in Salita. Questi hanno accolto le Pit-bike solo negli ultimi tempi, mentre la loro presenza è già consolidata in diverse altre gare: il Trofeo Cross Promotion, la 12 Pollici Italian Cup, il Trofeo Centro Italia, la Mini Wheels Mach… La diffusione sul territorio cresce vertiginosamente ogni anno, così come i suoi partecipanti.
Non morite dalla voglia di far parte anche voi di questa rivoluzione? Che aspettate? Correte a comprare una Pit-bike e raggiungetici in pista!