Quando si sente parlare di prestiti, viene sempre in mente la cessione di una grande somma di denaro, da pagare a rate per un periodo di tempo piuttosto lungo, e con tassi di interesse più o meno alto. In realtà, ultimamente, si sta diffondendo la prassi di richiedere prestiti di importi modesti. Questo deriva sia dalle particolari congiunture economiche attuali, che negli ultimi anni hanno causato un incremento nella difficoltà di accesso al credito, sia dal mutamento dei fabbisogni quotidiani, che richiedono di avere intorno a sé sempre più oggetti e servizi.
Si assiste così sempre di più alla necessità di ricorrere a un credito di importo limitato, vuoi per finanziare piccole spese impreviste, come le spese casalinghe o la sostituzione di qualche elettrodomestico, o come bisogno di liquidità in un momento particolarmente intenso di spese, o semplicemente per soddisfare le nuove necessità, che derivano dal contesto sociale in cui siamo inseriti. Pensiamo, per esempio, all’importanza che oggi riveste lo smartphone, o al fatto che all’interno di una famiglia un solo personal computer non basta più; per non parlare di tutti i servizi accessori legati all’intrattenimento, come per esempio gli abbonamenti alle pay TV.
In tutti questi casi non è necessario ricorrere a un finanziamento di grandi somme, ma basta un importo più modesto. Inoltre, più le somme richieste si aggirano su importi di entità modesta, più probabilità ci sono che l’istituto di credito eroghi il prestito, e questo risulta importante in momenti come questi in cui, come detto prima, l’accesso al credito non sempre è garantito. Ed ecco quindi che i piccoli prestiti rappresentano la giusta soluzione.
Che cos’è il piccolo prestito e in quali forme esiste?
Con piccolo prestito si intende la richiesta di una somma di denaro di importo modesto, generalmente tra i 1.000 e i 10.000 euro, rimborsabile nell’arco di un periodo temporale breve.
In realtà le forme con cui il piccolo prestito si formalizza non sempre sono così tradizionali: di piccolo prestito si parla anche per quella forma di finanziamento finalizzata per l’acquisto di un particolare bene, concessa quindi da un negoziante che si affida a una finanziaria; il riferimento è l’acquisto di un frigorifero o di una televisione all’interno di un negozio o al centro commerciale. In questo caso quindi, il credito non è erogato sul conto corrente, ma il prestito si esplica nella possibilità di pagare il bene in forma dilazionata.
O ancora, le carte revolving vengono considerate un piccolo prestito, in quanto danno la possibilità di pagare le spese, non con un addebito totale in un’unica volta, ma a rate mensili. Questo tipo di carta non va confuso con la carta a saldo che, invece, permette di pagare con una dilazione di pagamento, e quindi a fronte di un tasso di interesse più basso rispetto a quello della carta revolving. Infatti, mentre i vantaggi di quest’ultima sono rappresentati dalla facilità di accesso al credito, che comporta meno garanzie rispetto a un prestito tradizionale, dall’altro lato bisogna considerare che gli interessi da corrispondere sulla dilazione del pagamenti sono piuttosto elevati, così come gli oneri di gestione connessi. Inoltre, un altro costo da valutare è quello riferito alla commissione di massimo scoperto, ovvero quel costo da sostenere se viene superato il fido, cioè il limite massimo di esposizione della carta revolving.
Un’altra forma di piccolo prestito è quello dedicato ai lavoratori e pensionati della Pubblica Amministrazione, erogato dall’INPS, e che prende il nome di piccolo prestito Inpdap. Il pagamento può avvenire o in contanti (elemento che lo distingue da qualsiasi altra forma di piccolo prestito) o con accredito sul conto corrente indicato dal richiedente, mentre il rimborso va dalle 12 alle 48 rate mensili, a seconda dell’importo, costituite da una quota interessi e da una quota capitale. L’addebito delle rate è di solito diretto, ovvero direttamente sulla busta paga: inoltre, poiché si tratta di un prestito dedicato solo a dipendenti o pensionati pubblici, i tassi sono agevolati e quindi più economici rispetto a quelli di mercato.
Un’altra forma da annoverare come piccolo prestito è la cessione del quinto dello stipendio. In questo caso il rimborso avviene tramite il datore di lavoro, che trattiene una parte dello stipendio, che non può superare il 20%. La stessa formula vale anche per i pensionati per i quali è l’INPS che trattiene una parte dalla pensione.
Infine, anche il prestito cambializzato rientra nella categoria del piccolo prestito. In questo caso, poiché le cambiali sono titoli di credito esecutivi, in caso di mancato rimborso delle rate, l’istituto erogatore può rifarsi pignorando i beni del debitore. Per cui questa tipologia di prestito è normalmente indicata per coloro che sono stati iscritti nelle liste dei cattivi pagatori.
A chi si rivolge il piccolo prestito?
Per quanto riguarda i finanziamenti finalizzati o le carte revolving, i richiedenti principali sono generalmente tutti quei soggetti che necessitano di un finanziamento di importo contenuto per spese piccole: quindi per esempio le famiglie, le casalinghe o i pensionati. Nel caso dei prestiti erogati dall’INPS è necessario essere un dipendente pubblico, statale o pensionato, mentre il rimborso tramite la cessione del quinto dello stipendio è concessa ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato o ai pensionati che percepiscono il cedolino della pensione.
Quali sono gli importi massimi erogabili?
Poiché le tipologie di piccolo prestito sono molteplici, anche gli importi variano a seconda della forma. Per esempio, nelle carte revolving e nei prestiti per acquisti finalizzati, gli importi dipendono dal bene da acquistare, e quindi non eccedono di solito i 10.000 euro. Più stringenti sono invece i limiti nel caso dei prestiti Inpdap, nei quali l’entità del capitale da erogare varia in base alla durata del contratto e al tipo di salario. In linea generale si può dire che per i piccoli prestiti annuali, può essere richiesta una mensilità di stipendio o pensione; per i prestiti biennali fino a due mensilità, per i triennali fino a 3 mensilità, mentre per i prestiti quadriennali fino a 4 mensilità di stipendio o di pensione.
Come richiedere il piccolo prestito?
Normalmente, in caso di lavoratore non iscritto alle liste dei cattivi pagatori, la documentazione per richiedere il piccolo prestito è semplice da fornire: bisogna infatti presentare dei documenti identificativi, ovvero il documento d’identità e il codice fiscale, e dei documenti di garanzia, ovvero documenti che provano la capacità di sostenere il rimborso del credito, e cioè l’ultima busta paga e il modello CUD.
Più complicata è invece la situazione di chi è iscritto nel registro dei protesti a causa di mancati pagamenti pregressi. In questo caso la procedura è più difficile, perché bisogna prestare altre garanzie a supporto della richiesta. Per esempio, potrebbe essere richiesto un immobile o un bene a garanzia, con valore uguale o superiore alla somma richiesta, o più generalmente una persona come garante.
Per quanto riguarda i prestiti Inpdap, invece, bisogna innanzitutto essere in possesso dei requisiti per ricevere questa tipologia di prestito, che generalmente riguardano l’essere iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, aver versato i contributi dell’ente, essere residente in territorio italiano e non essere più giovane di 18 anni o più anziano di 70. Bisogna poi recarsi presso la sede più vicina dell’INPS, e richiedere i documenti riferiti alla tipologia di Prestito Inpdap che si intende accendere. Inoltre è necessario presentare i documenti identificativi, ultime 6 busta paga, il modello CUD o Modello Unico.
Elementi da valutare prima di richiedere un finanziamento
Come detto prima, le tipologie di piccolo prestito sono molteplici, e quindi presentano caratteristiche differenti: in linea generale, quelli con i tassi di interesse più elevati risultano essere le carte revolving e i prestiti cambializzati, mentre molto convenienti sono i prestiti Inpdap, che hanno tassi agevolati grazie alla tipologia di lavoratori a cui si riferiscono. Normalmente, infatti, i dipendenti pubblici e statali hanno un profilo di rischio meno elevato di altri e generalmente godono di buona affidabilità creditizia.
Pertanto, prima di richiedere un prestito, è consigliabile effettuare una serie di valutazioni per trovare quello più adatto al profilo del richiedente e alle caratteristiche economiche. In questo processo ci viene in aiuto Internet e gli aggregatori, come Facile.it, che permettono di comparare velocemente le diverse proposte presenti sul mercato. Ma che cosa bisogna analizzare? Innanzitutto, il T.A.N, Tasso Annuo Nominale, seguito da T.E.G, che annovera le commissioni e gli oneri del contratto, il T.A.E.G, che rappresenta un indice più preciso del costo effettivo e globale del finanziamento. Non bisogna dimenticare di comprendere poi anche tutti quei costi non considerati negli indici di cui sopra, come le commissioni in caso di inadempimento o i costi per trasferimento fondi, nonché informarsi sui limiti massimi esigibili.
Dove richiedere il piccolo prestito?
Tra gli istituti di credito da tenere in considerazione nel momento in cui si decide di richiedere un piccolo prestito, c’è sicuramente Findomestic. La ragione è presto spiegata: se si segue la procedura online, non vengono calcolate tutte le spese accessorie, e questo permette di beneficiare di tassi più economici. Rimanendo sempre in tema di procedure online, anche Consel risulta conveniente, proprio per l’esenzione delle spese di istruttoria e gestione, e perché consente di richiedere somme fino a 10.000 euro.
Esistono poi la SpecialCash Postepay di Poste Italiane, che permette di ottenere fino a 15.000 euro, accreditati direttamente sulla postepay, e CreditExpress Mini di Unicredit, per importi fino a 3.000 euro, da rimborsare con rate da 18 a 36 mesi. Da considerare anche Agos, che offre numerose proposte a seconda delle esigenze.
Se si preferisce optare per un prestito revolving, la carta più famosa e diffusa è sicuramente Carta Explora American Express, che dà la possibilità di scelta tra pagamento a saldo o a rate, oltre all’accumulo punti premio.
Infine, per quanto riguarda il prestito finalizzato, la finanziaria che è possibile trovare in molti negozi e centri commerciali è sicuramente Compass. Compass propone inoltre la soluzione Mini Credito: si tratta di una riserva di liquidità di 1500 euro sempre disponibile con alcuni particolare vantaggi:
– La quota capitale viene rimborsata con rate piccole e fisse di 50 o 100 euro mensili
– Si conosce la rata di rimborso in anticipo, tenendo conto del saldo a debito
– Si può estinguere in qualsiasi momento in anticipo senza spese ed in un’unica soluzione
Il modo migliore per effettuare l’istruttoria e richiedere il Mini Credito è quello di recarsi nella filiale Compass più vicina.