Quando si decide di esporre l’insegna del proprio negozio, come nel caso dell’apertura di un piccolo esercizio commerciale, è bene avere le idee chiare su che cosa si debba pagare come tributo e soprattutto se si rientri o meno in un caso di esenzione, quindi in una delle ipotesi per le quali la legge non richiede il pagamento di nessuna tassa.
Innanzitutto prima di comprendere che tipo di tassa sia, è bene sapere cosa è l’insegna.
Sia che si tratti di cartelli semplici o di insegne luminose, l’insegna – ai sensi di legge – è il nome della ditta, la sua ragione sociale ed anche il nome che si è dato al negozio. Il loro scopo non è quello di pubblicizzare l’esercizio commerciale, ma solo quello di permetterne il riconoscimento in strada ai potenziali clienti.
Come dice la legge, l’insegna può essere luminosa per luce propria o indiretta. Lo scopo, quindi, è solamente quello di indicare il luogo di svolgimento dell’attività economica.
Non sono invece considerate, ai sensi di legge, insegne le scritte relative al prodotto venduto (se parte di un mezzo pubblicitario autonomo e indipendente, magari aggiunto all’insegna per pubblicizzare il prodotto).
L’imposta sulla insegna è di competenza comunale, quindi se non si vuole correre il rischio di incappare in una multa, è sempre meglio rivolgersi al comune per conoscere se ci sono delle tasse da pagare sull’insegna. Non solo, ma bisogna anche sapere in anticipo se il messaggio dell’insegna sia o meno consentita, e poi di conseguenza calcolare l’imposta sulla base delle regole comunali.
Come abbiamo detto, ogni comune ha regole proprie e potrebbe anche avere categorie di esenzioni proprie, quindi vale la pena informarsi.
Ma come si calcola l’imposta che si deve pagare sull’insegna? In primo luogo, se l’insegna è nel complesso superiore a 5 metri quadrati, l’imposta è dovuta per l’intera superficie (non solo per quella che eccede i cinque metri quadrati). Se, per fare una diversa ipotesi, un certo negozio espone due insegne – una di 3 metri quadrati di superficie, l’altra di un metro solo – dato che nel complesso la superficie totale è di 4 metri quadrati non bisogna pagare l’imposta, e neppure il canone di installazione. Ciò che conta infatti è che nel complesso le insegne siano sotto i 5 metri quadrati.
Se invece l’esercizio è esente dal pagamento dell’imposta sull’insegna, non sarà dovuta in nessun caso.
La pubblicità effettuata dentro l’esercizio commerciale è sottoposta ad esenzione, come quelle sulle porte dei locali, basta che sia inferiore a mezzo metro quadrato per ogni vetrina o ingresso.
C’è un ulteriore adempimento che bisogna soddisfare, oltre a quelli visti. Inoltre bisogna dichiarare l’inizio della pubblicità, prima di iniziare la pubblicità, indicando al comune le caratteristiche, il tipo e la durata e la posizione dei mezzi pubblicitari che sono utilizzati.
Sono esentati dall’imposta le indicazioni, come i cartelli stradali sulle vie pubbliche, che servono per indicare agli automobilisti ed alle altre persone dove si trovi una certa attività commerciale.