L’ernia inguinale è un problema molto diffuso e i relativi interventi chirurgici sono ormai all’ordine del giorno. I numeri sono davvero impressionanti: ogni anno nel mondo ben 7 milioni di pazienti sono operati di ernia inguinale e solo in Italia gli interventi sono 200.000.
Sebbene la chirurgia sia l’unica strada per risolvere il problema, non esiste un unico modo per operare l’ernia. All’approccio più tradizionale se ne sono affiancati altri molto più moderni e in grado di portare reali benefici per i pazienti.
I sintomi dell’ernia inguinale: cosa fare quando compaiono
Quando l’ernia inguinale fa la sua comparsa, diventa subito evidente un rigonfiamento in prossimità dell’inguine. Quello è il punto in cui la parete addominale ha ceduto, lasciando passare una porzione di un organo interno. In presenza di un’ernia strozzata, la situazione è ancora più seria, perché la cavità da cui è fuoriuscita l’ernia esercita una pressione sull’organo, compromettendo il suo corretto funzionamento. In questi casi è necessario operare il paziente prima possibile.
Quali sono gli altri sintomi dell’ernia? È possibile la comparsa di dolore e bruciore, soprattutto nel momento in cui si sollevano dei pesi oppure si tossisce. A volte il paziente fa fatica a rimanere in piedi oppure presenta delle difficoltà digestive. Nei casi di ernia strozzata, a questi sintomi si aggiungono anche tumefazione della zona interessata, nausea e vomito.
Stendersi nel letto e rimanere a riposo può alleviare i sintomi dell’ernia, ma non guarirla. Per risolvere il problema in modo definitivo bisogna sottoporsi ad un intervento chirurgico. In questi casi la soluzione migliore è rivolgersi ad un centro specializzato e solo in questo modo si riduce drasticamente il rischio di una recidiva.
Gli interventi chirurgici per l’ernia inguinale
Fino a qualche anno fa l’unico modo per operare il paziente era l’intervento a cielo aperto, in cui il chirurgo praticava un’incisione per far rientrare l’ernia. Durante l’operazione veniva impiantata anche una protesi, allo scopo di offrire un maggiore sostegno alla parete addominale e impedire il ripresentarsi del problema. Era quindi inevitabile il ricorso ai punti di sutura e la comparsa di una cicatrice.
La nuova frontiera della chirurgia delle ernie è invece la laparoscopia, che non prevede un’incisione, ma solo un foro di piccole dimensioni, sufficiente per lasciar passare un tubo dotato di telecamera, chiamato laparoscopio. La sofisticata attrezzatura permette di vedere bene la zona da trattare e intervenire con una precisione millimetrica.
L’evoluzione dell’approccio laparoscopico
Oggi la laparoscopia ha fatto un ulteriore passo avanti, integrandosi con le innovazioni della robotica. Queste nuove metodiche, studiate, ideate ed applicate dal Dott. Antonio Darecchio – www.internationalherniacare.com – assicurano una drastica riduzione delle complicanze e soprattutto permettono di evitare l’utilizzo di mezzi di fissaggio meccanici per la protesi. I tecnologici adesivi tissutali aderiscono perfettamente alla parete addominale e non richiedono neanche dei punti di sutura.
Queste innovazioni si traducono in numerosi benefici pratici per il paziente. Il recupero della forma fisica non richiede lunghi periodi di riposo, ma si potrà subito riprendere la routine regolare. Dopo l’intervento il paziente può subito fare la doccia e non è previsto neppure il ricovero. Un altro beneficio molto importante è la riduzione del dolore, che di norma spaventa il paziente che deve sottoporsi ad un simile intervento.
Non sempre è possibile ricorrere alla laparoscopia, ma deve essere il chirurgo a valutare caso per caso se ci sono le condizioni per ricorrere a questo tipo di chirurgia. Quando ci si affida ad un professionista specializzato nel trattamento dell’ernia inguinale, aumentano le possibilità della riuscita dell’intervento e il rischio della recidiva si allontana.