I prestiti Inpdap sono delle formule creditizie destinate ai dipendenti pubblici, che presentano delle condizioni particolarmente agevolate. L’Inpdap come ente, però, non esiste più, dopo l’approvazione del Decreto Salva Italia ed è stato deciso lo spostamento di tutte le sue funzioni all’Inps. La peculiarità dei prestiti Inpdap è il dare servizi a condizioni agevolate, sia dall’Inps che da banche e finanziarie che hanno stipulato convenzioni con questo ente previdenziale.
Vediamo quindi subito che tipo di prestiti Inpdap esistono. Ci sono due tipologie di prestiti INPDAP: quelli erogati direttamente dall’ente previdenziale stesso (prestito diretto), e quelli erogati da banche o finanziare che hanno stretto accordi formali con l’Inps, già Inpdap. Nel caso dei prestiti erogati direttamente dall’Inpdap, questi avvengono per mezzo del Fondo Credito. Esso viene rimpinguato grazie ai contributi versati da tutti i dipendenti e da tutti i pensionati.
L’erogazione di questi prestiti particolari non è quindi automatica, ma dipende dalla disponibilità di fondi. Ovviamente questi prestiti a tassi agevolati non sono per tutti: vi possono accedere i lavoratori e i pensionati iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici dell’INPS, e tutto il personale di altre amministrazioni che però è iscritto al Fondo Credito di cui parlavamo in precedenza. Non solo. Possono accedere a questi prestiti agevolati anche i dipendenti delle aziende del Gruppo Poste Italiane S.P.A. e chi è iscritto alla Gestione Assistenza Magistrale.
Per i pensionati, invece, le cose sono leggermente diverse. Un pensionato, infatti, potrà decidere di non restituire la somma pattuita mese per mese, come se fosse un normale richiedente. Un pensionato, al momento della richiesta per il prestito, dovrà esibire il cosiddetto cedolino della pensione. Grazie ad esso potrà avvalersi della cessione del quinto dello stipendio. Per maggiori info ti consiglio questa guida: prestitisbp.com .
Prestiti Inpdap, tabelle pensionati
La cessione del quinto è una particolare forma di prestito personale a tasso fisso in cui l’importo della rata da pagare non può eccedere il valore di un quinto dello stipendio netto o della pensione netta mensile. Il nome di questo tipo di agevolazione deriva proprio dal fatto che la rata del prestito non può in alcun modo eccedere il quinto dello stipendio o, nel nostro caso, della pensione. Andando in concreto, comunque, accendendo l’opzione della cessione del quinto il pagamento della rata avverrà mese per mese tramite trattenuta effettuata in maniera diretta sulla busta paga o sulla pensione. Di conseguenza, invece di pagare le rate alla banca o alla società finanziaria tramite bonifico o bollettino postale (pagando quindi le commissioni), per i dipendenti e pensionati pubblici il prestito verrà rimborsato attraverso trattenute dirette sulla busta paga o sul cedolino della pensione.
L’INPS Gestione ex-Inpdap offre quindi ai dipendenti e pensionati pubblici e statali la possibilità di richiedere e ricevere effettivamente prestiti avvalendosi dell’opzione della cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Una possibilità, ad esempio, è quella del piccolo prestito. Il piccolo prestito INPDAP Prestito con cessione del quinto sulla pensione viene concesso ai dipendenti e ai pensionati pubblici regolarmente iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie. Non è richiesto un particolare tipo di contratto oppure un’anzianità lavorativa o pensionistica particolarmente significativa in termini di anni.
La durata può essere di una prestazione del genere può essere di uno, due, tre o anche quattro anni. Il tasso di interesse è fisso ed è pari al 4,25%. Ad esso andranno aggiunte le spese di amministrazione, che sono pari allo 0,50%, e il premio fondo rischi. Parlando di cifre concrete, per il prestito annuale si può chiedere all’Inpdap un importo pari al massimo di una mensilità dello stipendio oppure della pensione. L’importo, stando a quanto appena detto, cambia in base agli anni. Per i prestiti biennali, infatti, si potrà chiedere una cifra pari a due stipendi oppure a due pensioni mensili. Allo stesso modo, per i prestiti triennali l’importo non potrà andare oltre le tre mensilità nette di stipendio o della pensione. Stessa cosa se si decide di accendere l’opzione inerente ai quattro anni.
Superati i quattro anni, il richiedente avrà diritto a ricevere un prestito che è chiamato pluriennale diretto INPDAP. Anche questo prestito viene erogato direttamente dall’INPDAP, ma la durata è ovviamente maggiore, dato che può ammontare a cinque oppure a dieci anni. Per averlo, comunque, esistono però dei particolari requisiti di anzianità. Questo prestito personale può essere richiesto sempre con la modalità della cessione del quinto, se lo si preferisce. Venendo ai requisiti, invece, può essere acceso da dipendenti pubblici che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato e quattro anni di anzianità sulle spalle, oppure sono pensionati con almeno quattro anni di versamenti contributivi forniti.
Non solo: questi prestiti pluriennali possono essere richiesti dai dipendenti pubblici e statali con contratto a tempo determinato solo se accettano la clausola di porre il loro TFR, ossia il trattamento di fine rapporto, a garanzia della restituzione del prestito. Questa opzione presenta comunque la particolarità di essere un prestito finalizzato dato che la somma ricevuta dovrà essere impiegata per finanziare spese precise. Tra i tanti esempi potremmo fare quelli del matrimonio, l’acquisto di un’automobile, le spese di manutenzione ordinaria dell’abitazione, la ristrutturazione dell’abitazione, l’installazione di impianti fotovoltaici, la nascita di un figlio, cure mediche di qualsiasi tipo come, ad esempio, un intervento urgente oppure altri casi specifici.
L’importo è variabile a seconda della tipologia di spesa da finanziare con il prestito. Il tasso è fisso e pari al 3,50%: ad esso, come nei casi precedenti sopra menzionati, andranno aggiunte le spese amministrative pari allo 0,50% e il premio fondo rischi. Il rimborso ci sarà con rata mensile, attraverso la classica trattenuta sulla busta paga o sulla pensione. L’importo della rata, sempre come nel caso precedente, non potrà eccedere il quinto della retribuzione mensile netta.
Un’ultima possibilità è quella del prestito pluriennale garantito Inpdap. Questi particolari prestiti a tasso agevolato vengono erogati da banche e società finanziarie che hanno stipulato una convenzione con l’Inpdap, il quale agirà da garante per la restituzione dell’importo ricevuto. Anche in questo caso ci sono delle restrizioni, dato che possono richiedere questo prestito solamente i dipendenti pubblici e statali che sono ancora in servizio e che hanno quattro anni di anzianità contributiva. La durata del prestito è sempre quinquennale o decennale, la restituzione avverrà sempre con cessione del quinto dello stipendio, e l’importo della rata non potrà superare il quinto della retribuzione netta mensile percepita dal lavoratore.
Calcolo rata di un prestito Inpdap
Dall’anno scorso l’INPS ha dato la possibilità agli iscritti di simulare la propria richiesta di prestito avvalendosi di alcuni servizi online. Così facendo si sarà in grado di comprendere quanto si potrà ottenere con ogni tipologia di prestito finanziata in maniera diretta dall’ente, qual è l’importo della rata da saldare alla fine di ogni mese e in cosa consisterà in concreto il piano di ammortamento. Qual è il modo pratico per compiere un’azione del genere? Prima di tutto bisogna andare sul sito ufficiale dell’INPS (www.inps.it), andare sulla homepage, recarsi alla voce Accedi ai Servizi, dopodiché restringere la scelta con Per tipologia di utente e Cittadino. A quel punto si dovrà scegliere l’opzione Gestione Dipendenti Pubblici: simulazione calcolo piccoli prestiti e prestiti pluriennali. A quel punto ci sarà l’area riservata alla simulazione, dove è possibile effettuare il calcolo inserendo tutti i propri dati personali.
La prima opzione da la possibilità di effettuare il calcolo dell’importo minimo e massimo che è possibile avere in base alle proprie caratteristiche. La prima cosa da fare sarà quella di indicare la cifra esatta del proprio stipendio netto dato che l’importo che si può ottenere varia in base a quanto si percepisce mensilmente. In parole povere si deve guardare l’importo che viene accreditato ogni mese in conto corrente e togliere tutte le voci che non non sono fisse e continuative.
Per ogni prestito agevolato è previsto un premio fondo rischi da versare all’Inpdap, che varia in funzione alla durata del prestito e all’età del richiedente. Una volta inserita la cifra che si percepisce e la data di nascita, basterà cliccare su ‘Simula’.
Una volta cliccato sul tasto simula, il richiedente potrà verificare da sé qual è l’importo della rata a cui sta andando incontro e dunque verificare il cosiddetto piano di ammortamento. Il dipendente Inpdap sceglierà dunque la durata del prestito che può variare da pochi mesi, 12, 24 o 48, fino a giungere a un prestito pluriennale.
Andrà quindi ricordato che questi particolari tipi di prestiti sono relativi ad alcune categorie di persone e che la modalità di rimborso non è sempre la stessa. Chi è un pensionato, ad esempio, può decidere di perseguire la strada della cessione del quinto. Tramite essa l’Inpdap provvederà mese per mese a riappropriarsi del finanziamento erogato sottraendo la quinta parte dello stipendio del pensionato.
Tempi di concessione dei prestiti Inpdap
Veniamo adesso alle tempistiche: quanto tempo ci vuole per ottenere un prestito dall’ INPDAP? I tempi di erogazione cambiano a seconda della tipologia di finanziamento scelta. I prestiti concessi direttamente dall’INPS agli iscritti ex INPDAP possono essere un piccolo prestito oppure un prestito pluriennale diretto. Se si sceglie l’opzione del piccolo prestito la durata può variare da uno a quattro anni. Il prestito pluriennale diretto, invece, può essere anche di cinque anni o di dieci anni.
Per quanto riguarda i prestiti erogati direttamente dall’INPS Gestione ex INPDAP, le tempistiche sono assai variabili. Tra i vari fattori andranno considerati, infatti, l’amministrazione territoriale dove si effettua la richiesta, la tipologia di prestito erogato e a quanto ammonta la disponibilità dei fondi dell’ente.
Se parliamo dei piccoli prestiti, le tempistiche chiaramente si stringono. Questi vengono concessi entro 60 giorni dalla ricezione della domanda; nei prestiti pluriennali, invece, il tempo di erogazione è di 90 giorni dalla ricezione della domanda. Una volta che si è ricevuta la domanda, la si è esaminata e l’esito è stato positivo, il tempo medio dell’iter di erogazione dei piccoli prestiti è compreso tra i 45 e i 60 giorni.
Il discorso cambia se si sta parlando di prestiti indiretti, ossia tramite le banche o le società finanziarie. In questo caso i tempi di attesa variano da banca a banca, e di solito vengono comunicati al momento dell’accettazione della richiesta.
Prestito Inpdap: documenti da presentare
Veniamo adesso a qualche informazione pratica e utile per poter ricevere dall’Inpdap un prestito. Una delle richieste o dubbio che va per la maggiore sul web e agli sportelli è quella che chiede quale documentazione bisogna presentare allo sportello per far sì che l’ente di riferimento eroghi la somma. Tra le tante cose ci sono dei prerequisiti quali, ad esempio, un’età anagrafica compresa tra i 18 e i 70 anni e la residenza fissa sul territorio nazionale italiano. Questi due prerequisiti non possono essere elusi e, dunque, se si è un pensionato e si è superata l’età massima, l’Inpdap direttamente o le banche o le società finanziarie saranno impossibilitate nell’erogare il prestito richiesto.
Questi sono i cosiddetti prerequisiti. Oltre ad essi bisognerà essere un dipendente (o ex) della pubblica amministrazione, essere iscritto alla gestione delle prestazioni creditizie sociali e aver versato tutti i contributi all’Inpdap. In seguito bisognerà recarsi fisicamente allo sportello e presentare un’altra serie di documenti, tutti importanti al fine di richiedere e di ottenere il prestito. Va anche ricordato che la modulistica per la richiesta del prestito Inpdap è disponibile anche online presso il sito ufficiale: a quel punto basterà recarsi sul sito e scaricarla in pdf sul proprio personal computer.
Passiamo adesso a tutti gli altri documenti che l’Inpdap richiede a chi vuole avere un prestito. Il primo è il documento di identità, che può essere la carta di identità, il passaporto, la patente o il porto d’armi, annesso alla tessera sanitaria e al codice fiscale. Andranno esibite poi le ultime 6 buste paga e, in aggiunta, anche il modello CUD relativo all’anno precedente. Per quest’ultimo basterà recarvi dal vostro commercialista oppure a un qualunque CAF vicino alla vostra abitazione e farvelo calcolare. Se si è pensionati, invece, si dovrà presentare il cedolino della pensione: in quest’ultimo caso l’opzione sarà quella di restituire il prestito avuto tramite la cosiddetta cessione del quinto.