Come diventare commercialista? A quanti si staranno ponendo questa domanda, è doveroso rispondere che, in primis, questo traguardo si raggiunge percorrendo una strada piuttosto impegnativa.
Lo abbiamo chiesto al Dottore Commercialista Balsamo Gianluigi, con esperienza decennale nel settore.
Chi è il commercialista
Il commercialista è un libero professionista come ce ne sono molti. Tuttavia, al giorno d’oggi, è diventato un mestiere abbastanza delicato, e anche remunerativo, dal momento che l’infinita congerie di leggi e di norme varie su tasse, imposte, società e quant’altro, non mette certo le persone in condizione di cavarsela agevolmente da sole.
Come noto, l’Italia è il Paese della burocrazia, della proliferazione infinita e inutile di leggi, della loro disapplicazione. Se partiamo dalla consapevolezza che questi sono dati pacifici, possiamo meglio approcciare alla problematica.
Ed è anche un Paese di praticoni, di gente che, per conto di altri, pensa di saper fare tutto. Ma sovente combina guai: se lo fa per se stessa ci può anche stare, se lo fa per gli altri, non va più bene.
Ne consegue che quello del commercialista è un mestiere qualificato, staremmo per dire pregiato. Dal momento, poi, che lo Stato e gli altri Enti pubblici ogni giorno s’inventano una procedura o una normativa che integra o modifica quelle precedenti, modulistiche comprese, l’idea migliore è affidare tutte le incombenze del caso a chi è del mestiere.
Ma come diventare commercialista? Ottenere l’abilitazione comporta un iter lungo? E’ troppo complicato? In verità non più di tanti altri mestieri libero professionali, avvocatura compresa.
Certo, è una scelta di vita che comporta impegno e sovente anche sacrifici non indifferenti. Ma alla fine, come in tutto, se si è seri, le soddisfazioni, anche economiche, non mancheranno.
In buona sostanza, il commercialista è un professionista che svolge prevalentemente attività consulenziale negli ambiti commerciali, economici e tributari: bada alla tenuta della contabilità, predispone i bilanci di esercizio, redige i libri contabili e del libro unico del lavoro, esegue perizie tecniche, revisioni amministrative e ispezioni.
Tutto ciò, oggigiorno, con l’aiuto dei più moderni mezzi tecnici e informatici, collegandosi sia con i clienti, che, per loro conto, alle Pubbliche amministrazioni.
Il percorso previsto: la laurea
Per l’abilitazione alla professione è necessario seguire un percorso specifico che comprenda ovviamente gli studi universitari di base, con tutto quel che ne consegue, nonché un periodo di praticantato di tre anni, e infine il previsto esame di Stato. Ci vuole una laurea specifica con indirizzo in discipline economiche.
Per essere iscritti all’Albo dei Dottori Commercialisti, sezione A, ci vuole la laurea magistrale o specialistica in economia. A far data dal primo gennaio 2008 non è più possibile l’iscrizione al registro dei praticanti commercialisti per chi è in possesso della laurea in Giurisprudenza o Scienze Politiche. Le lauree consentite sono le seguenti:
- Laurea in Economia conseguite col vecchio ordinamento;
- Laurea specialistica in Scienze dell’Economia;
- Laurea specialistica in Scienze Economico-Aziendali;
- Laurea magistrale in Scienze dell’Economia;
- Laurea Magistrale in Scienze Economico-aziendali.
La fase successiva, il tirocinio da dottore commercialista
Dopo aver conseguito una delle lauree riportate sopra, si deve effettuare un periodo di tirocinio di 18 mesi presso uno studio professionale di esperto contabile o dottore commercialista, i quali posseggano però una regolare iscrizione all’albo da almeno 5 anni.
Ovviamente il tirocinio rappresenta la condicio sine qua non per accedere all’esame di Stato ed esercitare, successivamente, la professione di Dottore Commercialista, oppure quella di Esperto Contabile.
E’ importante sottolineare che il laureando può anche svolgere il periodo di tirocinio contestualmente allo svolgimento della laurea magistrale; oppure può svolgere una parte del tirocinio per non più di 6 mesi in un Paese estero.
Il periodo di tirocinio inizia con l’iscrizione al registro apposito, che è diviso in due sezioni:
- Nella sezione A ci sono i Tirocinanti Dottori Commercialisti che hanno una laurea specialistica o magistrale;
- Nella sezione B ci sono i Tirocinanti Esperti Contabili, che hanno una laurea di tipo triennale.
L’esame di Stato e il conseguimento del titolo di Dottore Commercialista
Alla fine del percorso, si giunge finalmente all’Esame di Stato, il quale si articola su una prova orale e tre prove scritte. Per quanto riguarda le prime due prove scritte, saranno trattati temi tipici della professione, come ad esempio la finanza aziendale, la revisione aziendale, il diritto commerciale, il diritto tributario, il diritto privato. La terza prova verte sulla redazione di un atto relativo al contenzioso tributario.
La fine del percorso
Alla fine del percorso, impegnativo ma non certo impossibile, bisogna naturalmente iscriversi nell’albo alla sezione A, quella specifica per dottori commercialisti. Gli organismi di controllo verificheranno se la documentazione è in regola. Bisogna pure aprire una apposita partita Iva e iscriversi alla Camera di Commercio, all’Inail e alla Cassa di Previdenza per la gestione dei relativi contributi previdenziali.
E poi possiamo dire che siamo pronti per iniziare l’attività vera e propria. Ovviamente all’inizio, se non abbiamo grandi possibilità economiche, come nella stragrande maggioranza dei casi, converrà con umiltà accodarsi a uno studio esistente, magari presso il quale abbiamo svolto il periodo di tirocinio, per poi, dopo qualche anno, aprire uno studio nostro, se del caso associandoci ad altri professionisti del settore e tanti auguri per la nuova professione.