In ortopedia, consideriamo l’artrite come una malattia che deriva da il degrado e l’usura della cartilagine articolare. Questi fattori possono essere risultato di una condizione reumatologa, un trauma, o, più comunemente, dell’usura legata al tempo (condizione patologica che viene definita osteoartrite).
Le superfici articolari usurate e irregolari generano attrito, causando dolore e rigidità. D’altronde, la maggior parte dei pazienti affetti da artrosi sono pazienti “ad alto chilometraggio”, il che significa che sono più anziani e hanno consumato la loro cartilagine articolare dopo molti anni di normale utilizzo, oppure sono pazienti più giovani che hanno partecipato a sport d’impatto o attività fisiche di lavoro che hanno esposto le loro articolazioni a sforzi non normali per un determinato periodo di tempo.
I pazienti affetti da artrosi spesso segnalano lamentele di dolore ed eccessivo gonfiore dell’articolazione. Con questo articolo cercheremo di capire se è possibile alleviare questi sintomi, in particolare riferendosi all’artrosi al ginocchio.
Prima di tutto però, è importante sottolineare che la gonartrosi – ben appunto come viene chiamata tecnicamente l’artrosi del ginocchio – è una patologia degenerativa, cioè priva di una cura risolutiva se non quella data dalla chirurgia protesica, ma che può essere trattata, soprattutto se non in stato avanzato o cronico, per rallentarne gli effetti e diminuire il dolore.
Diminuire il dolore causato da gonartrosi: alcuni suggerimenti che non ti aspetti
La maggior parte delle persone, al primo segnale di dolore, tende a muovere l’articolazione il meno possibile, delegando al riposo il compito di guarigione. Al contrario, numerosi studi hanno dimostrato che l’attività fisica, svolta in maniera moderata, può portare maggiori benefici al ginocchio e diminuire il dolore. In particolare, attraverso la pratica sportiva, si può puntare al rafforzamento dei fianchi, perché fianchi forti equivalgono a una maggiore ammortizzazione sulle ginocchia, così da ridurre il loro lavoro anche in semplici e usuali movimenti come alzarsi da una sedia o salire su e giù dalle scale.
Quindi il primo suggerimento per combattere la gonartrosi è: fare sport. Tra i più consigliati, perché a basso impatto fisico proprio sull’articolazione presa in esame, ci sono la bicicletta, il nuoto o le attività da svolgersi in piscina.
Le articolazioni d’altronde, in virtù della loro stessa struttura, sono fatte per consentire all’uomo di muoversi: basta pensare agli effetti collaterali che un lavoro troppo sedentario può avere su di esse. Fare ogni giorno anche pochi esercizi mirati permette di rinforzare le componenti che sostengono l’articolazione, identificate in muscoli, tendini e legamenti.
In questo caso il fisioterapista è la figura giusta a cui rivolgersi. Ed ecco il secondo suggerimento che mi sento di dare: chiunque abbia l’artrosi del ginocchio dovrebbe rivolgersi a un fisioterapista, perché potrà essere istruito sui giusti tipi di esercizi da svolgere e anche sua quali sono i dispositivi di assistenza più comodi e pratici, come ad esempio un camminatore o un deambulatore, ma anche un tutore nel caso di valgismo o varismo.
Un altro buon consiglio è ridurre il carico sull’articolazione, alleggerendo il peso corporeo. Ogni chilo perso infatti, elimina all’incirca dai due ai quattro chili di pressione in meno sul ginocchio. Un buon programma per ridurre il peso dovrebbe includere sia esercizio fisico che una dieta equilibrata, sfruttando i consigli degli esperti sulle scelte degli alimenti e su quali possibili integratori adottare.
Gonartrosi: trattamenti medici conservativi
Nei casi in cui la patologia non abbia già raggiunto uno stadio avanzato, l’artrosi di ginocchio può essere trattata in modo non chirurgico. In particolare, i farmaci anti-infiammatori non steroidei su previa prescrizione medica, aiutano a sgonfiare l’articolazione e togliere la pressione dalla capsula articolare.
Purtroppo però, questi farmaci non possono risolvere da soli i problemi dati dalla gonartrosi. Essi sono ideali per i giovani, dove l’organismo del paziente è in grado con un’eccellente funzione renale di smaltire quanto somministrato. Per quanto riguarda le artriti che si presentano in età avanzata (la grande maggioranza dei casi) dosi elevate di farmaci anti-infiammatori possono portare a gravi complicazioni gastrointestinali e renali. Per questo motivo, talvolta un’iniezione di cortisone può risultare più sicura.
Un trattamento conservativo che negli anni ha trovato crescenti estimatori è l’iniezione di polimeri ad alto peso molecolare di acido ialuronico. Gli ialuronati sono infatti un’importante componente di fluido sinoviale sano, già presente in maniera naturale all’interno della capsula articolare: queste iniezioni spesse e viscose aiutano sicuramente nella lubrificazione dei giunti e nell’eliminare l’attrito dato dall’usura della cartilagine.
Diversi studi ben progettati non sono riusciti però a dimostrare risultati statisticamente significativi. Contrariamente alle affermazioni di alcuni produttori, l’acido ialuronico non può in nessun modo restituire la cartilagine perduta o usurata dall’articolazione. Può essere quindi una buona soluzione temporanea per lubrificare l’articolazione e eliminare il dolore, ma non definitiva.
Altra applicazione che ha trovato molti estimatori negli anni è l’infiltrazione PRP (Platelet-Rich Plasma), letteralmente fattori di crescita di derivazione piastrinica. Estratti dal sangue dello stesso paziente e purificati con particolare tecnica di centrifugazione, vengono utilizzati in alcune specifiche patologie dell’apparato muscolo scheletrico, al fine di accelerare il naturale processo di guarigione e di favorire la rigenerazione tissutale nei tendini, muscoli e cartilagine articolare. I fattori di crescita piastrinici possono essere iniettati nel ginocchio con una certa facilità e svolgono già di per sé un’azione antinfiammatoria e di pro-riparazione dei tessuti. E questo senza far ricorso all’artroscopia. Ma vi sono regole, concentrazioni e modalità di utilizzo che non si improvvisano.
L’uso e la validazione clinica di PRP nella cura dell’artrosi è ancora nelle fasi iniziali. Risultati delle ricerche di base e studi preclinici non sono ancora stati confermati su larga scala.