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Bonifica Amianto: come e quando intervenire

Cos’è l’amianto

L‘amianto è un materiale che veniva usato in passato come ricopertura di tetti, piastrelle e tubature, dotato di notevole resistenza. Dal 1992, tuttavia, è stata vietata la produzione di amianto in tutta Europa, e quindi anche in Italia, proprio perché se danneggiato, questo materiale può sbriciolarsi e le sue polveri risultano essere molto dannose per l’uomo. Se inalato, l’amianto può infatti provocare dei danni all’apparato respiratorio, e portare a complicazioni di seria entità. Proprio per questo motivo è stata introdotta una legge che prevede che tutte le costruzioni in amianto debbano essere eliminate entro il 2028 attraverso operazioni di smaltimento o di bonifica.

Esistono due tipologie di amianto, quello friabile e quello compatto.

Il primo è considerato il più pericoloso in quanto è facilmente riducibile in polvere e può scagionare sostanze tossiche anche solamente al tatto.

L’amianto compatto, come dice il nome, è molto più resistente e soggetto alla polverizzazione solo nel caso in cui vengano impiegati degli attrezzi meccanici.

L’intervento di bonifica

Questa distinzione comporta che mentre nel caso dell’amianto friabile, l’unica soluzione rimanga quella dello smaltimento, se si tratta di amianto compatto si può intervenire con la bonifica, che consiste nel mantenimento della struttura originale, la quale viene però coperta in modo da essere sicura per l’uomo.

Il tipo di intervento di bonifica può realizzarsi in due modi, a seconda della grandezza della struttura, del suo stato e della sua accessibilità.

La prima tipologia di bonifica è definita incapsulamento: l’amianto viene coperto e protetto nella sua totalità attraverso prodotti specifici che fungono da pellicola. Questa copertura permette di evitare che i manufatti disperdano le fibre tossiche, cessando così di essere dannosi per la nostra salute.

In alternativa, si può effettuare la bonifica attraverso un processo di confinamento: in questo caso, si utilizzano delle vere e proprie barriere da applicare direttamente sulla struttura in amianto, in modo da isolarla. Qui, vi è la possibilità che comunque vengano rilasciate delle fibre nocive all’interno del confinamento, le quali tuttavia non risultano essere dannose per l’uomo.

A chi rivolgersi?

La bonifica risulta essere la soluzione migliore per tutte quelle strutture realizzate nei primi anni ’90, caratterizzate da una robustezza maggiore rispetto a quelle costruite in precedenza.

L’intervento di bonifica non prevede quindi che la struttura in amianto venga smaltita in discarica, ma è anzi una tecnica di miglioria per mettere in sicurezza gli esemplari in buono stato. La bonifica non risulta essere un intervento molto costoso e proprio per questo motivo si consiglia spesso di evitare il fai da te e di rivolgersi invece ad un esperto del settore, anche perché la Legge è molto severa in questo senso.

Contattando una ditta specializzata si ha infatti la certezza che questi materiali e sostanze utilizzate per la bonifica e lo smaltimento amianto non siano usurabili nel tempo, in modo da non vanificare il lavoro fatto.

In particolare, bisognerà cercare una ditta specializzata iscritta all’Albo Nazionale dei Gestori ambientali, per essere certi di effettuare un lavoro di qualità e soprattutto davvero sicuro.

Anche nei casi in cui non si sia certi di possedere strutture in amianto, in quanto non sempre perfettamente riconoscibili, si invita comunque a richiedere una valutazione della propria abitazione, poiché la mancata comunicazione di strutture pericolose all’ASL può anche portare a contrarre sanzioni amministrative consistenti.