Prima di acquistare il casco per la propria moto, è importante accertarsi se sia omologato, e che tipo di omologazione viene riportata sull’apposita etichetta. Servono semplicemente un minimo di nozioni di base per sapere dove andare a cercare le informazioni e come vanno interpretate.
Ogni casco destinato all’utilizzo su strade pubbliche in ogni caso deve essere necessariamente omologato seguendo le vigenti disposizioni di legge, onde evitare di incorrere in pesanti sanzioni di carattere amministrativo, e relative pene pecuniarie.
Questo aspetto non va preso sottogamba, in quanto le forze dell’ordine e gli enti preposti possono in qualsiasi momento fermare il motociclista e controllare l’omologazione del proprio casco, al pari di quanto accade per documenti personali e del mezzo. Se l’esito del controllo dovesse risultare negativo, con un casco non rispondente alle specifiche di legge e quindi non omologato, le sanzioni previste sono identiche a quelle applicate al conducente fermato e trovato sprovvisto di casco.
Le sanzioni per caschi non omologati
Nello specifico, la sanzione pecuniaria, come riportato sul sito della polizia di stato, prevede una multa minima di 71 euro e le sanzioni accessorie in cui è possibile incappare prevedono tra le altre il sequestro del motociclo per sessanta giorni. Al conducente inoltre verranno decurtati 5 punti dalla patente di guida.
Su questo blog nell’articolo relativo ai caschi integrali, e di questo per l’appunto nemmeno noi ci stupiamo, viene precisato che i caschi non omologati tuttavia rappresentano prima di tutto un concreto rischio per il motociclista, nel malaugurato caso in cui egli dovesse essere coinvolto in un incidente. La struttura interna che si interpone tra la calotta esterna e la testa del centauro deve poter assorbire l’urto deformandosi progressivamente, e la legge prevede che questo effetto protettivo corrisponda a rigidi calcoli di deformazione meccanica severamente verificati in sede di test.
Come riconoscere un casco omologato
Il mercato degli accessori per motociclisti offre oggi un gran quantità di caschi, suddivisi in molteplici tipologie dalle quali dipendono funzionalità e caratteristiche differenti, che vanno ben oltre le semplici valutazioni di carattere estetico.
Andando per gradi, la prima cosa da osservare per capire se un casco è omologato è la lettera impressa sulla relativa etichetta all’inizio del codice alfanumerico in essa riportato. Se troviamo la lettera “E” racchiusa in un cerchio, vuol dire che il dispositivo di protezione è omologato secondo i più rigidi standard europei, ed ha passato con esito positivo tutti i test previsti dall’ente certificatore.
In assenza della lettera E, viene meno l’omologazione europea e di conseguenza l’accessorio non potrà essere utilizzato in moto su strade aperte al traffico.
Il secondo codice riportato in sequenza sull’etichetta è di tipo numerico, ed indica univocamente il paese in cui il casco è stato sottoposto ai test di verifica. A tal riguardo esistono delle lievi differenze legislative da Paese a Paese, qui il link per l’approfondimento riguardo le differenze. In Italia e Spagna, ad esempio, è possibile utilizzare i caschi cosiddetti a scodella solo per ciclomotori con cilindrata inferiore ai 50 centimetri cubici. Questa regola è in vigore dal 2001, anno in cui questo tipo di casco è stato posto definitivamente al bando e quindi non più omologabile per tutti gli scooter e le moto di cilindrata superiore.
Va ricordato inoltre che l’etichetta deve necessariamente trovarsi nei pressi del cinturino che assicura il casco alla testa del motociclista, saldamente cucita ad esso, e non deve in alcun caso potersi staccare o trovarsi all’interno della confezione, altrimenti siamo di fronte a un dispositivo non omologato o peggio ancora, contraffatto.
I successivi codici da verificare riguardano il numero seriale di produzione, e quello relativo alla serie di omologazione, ossia il codice che identifica la sessione di prova a cui è stato sottoposto il casco.
Passiamo adesso a un esempio concreto di come si può valutare un casco in base ai parametri riportati sull’etichetta di omologazione. Come abbiamo detto in apertura di questo articolo, la prima lettera da verificare è una “E” maiuscola racchiusa in un cerchio e seguita da un numero anch’esso iscritto nel medesimo cerchio. Più in basso, un’altra serie alfanumerica completa il codice di omologazione. Facciamo un esempio pratico con il seguente codice:
E3 0501245/P – 123456
Cosa significa questo insieme di lettere e cifre?
E: omologazione europea. La sigla rende il casco utilizzabile in tutti gli stati membri
3: il codice identificativo del Paese. Nello specifico, il 3 corrisponde all’Italia.
05: questo numero a due cifre è il codice progressivo di omologazione di tipo ECE. Più è alto questo valore, tanto più sicuro è il casco. I numeri progressivi ECE sono 03, 04 e appunto 05, il massimo attuale.
01245: questa cifra identifica la sessione di omologazione a cui è stato sottoposto il casco.
/P: con questa sigla si indica il tipo di protezione offerto dal casco. dopo lo slash “/” devono comparire altre combinazioni che individuano nello specifico il grado di protezione, che sono:
/NP: Casco Non Protettivo. Il codice vuole indicare tutti quei dispositivi equipaggiati di mentoniera “NON PROTETTIVA” di tipo reclinabile o estraibile completamente
/P: Casco di tipo integrale oppure di tipo modulare completo di mentoniera, che in questo caso però è classificata come protettiva e può essere utilizzata esclusivamente in posizione chiusa in quanto non reclinabile.
/P-J: Questo tipo di casco è dotato di mentoniera, di tipo protettivo, che a differenza di quelli con specifica “/P” può essere utilizzata indistintamente in posizione chiusa oppure in posizione aperta.
/J: Si tratta del classico casco senza alcun tipo di mentoniera, meglio conosciuto come Jet o “Demijet”.
La cifra “123456” infine identifica in maniera univoca il numero di serie del casco. Rappresenta la sua matricola, ed è un codice interno fornito dalla casa costruttrice a cui deve corrispondere un sistema di tracciabilità di cui il produttore deve conservare lo storico.
Un aiuto dalle forze dell’ordine
Stando alle informazioni rese pubbliche dalla Guardia di Finanza tuttavia, risulterebbe che intere partite di caschi non omologati o con omologazione contraffatta avrebbero fatto la loro comparsa anche sul mercato legale. Si tratta di caschi all’apparenza originali ma con codici identificativi contraffatti, importati da mercati paralleli e messi in commercio anche nei paesi dell’Unione Europea.
Distinguerli dai modelli omologati e in piena regola talvolta può risultare difficile anche per le Forze dell’Ordine stesse, motivo per cui è consigliabile acquistare il casco da rivenditori specializzati e di comprovata affidabilità. È anche opportuno rivolgersi a negozi specializzati che vendono quasi esclusivamente caschi e accessori per moto, per essere certi di acquistare un dispositivo nuovo e che rispetti gli standard di sicurezza imposti dalle più recenti -e stringenti- norme di omologazione europee.
Comprare un casco da canali non specializzati o addirittura nei grandi supermercati a volte può rappresentare un rischio, perché la probabilità di acquistare un modello vecchio e con omologazioni ormai obsolete è più che reale.
Il casco può fare davvero la differenza, nella sfortunata ipotesi in cui si renda necessaria la sua azione protettiva, motivo per cui il motociclista navigato tanto quanto quello di primo pelo dovrebbero sempre ponderare il suo acquisto con la massima attenzione.