La contraffazione nel merchandising raggiunge fatturati incredibili, nonostante le molte operazioni che vengono condotte dalle forze dell’ordine e i nuovi strumenti tecnologici di lotta al falso. Ma in che modo è possibile assicurare e tutelare al meglio i prodotti del merchandising? In questo approfondimento ripercorreremo le caratteristiche e i rischi della contraffazione in questo settore, cercando di evidenziare in che modo essa viene contrastata.
La contraffazione nel merchandising
Il merchandising “tarocco” sembra essere un’abitudine tutta italiana: tra magliette, tazzine, palloni e profumi che recano gli stemmi delle squadre di calcio, ma anche i loghi di artisti e aziende del Made in Italy, la fantasia dei falsari è senza limiti.
In particolare, è il settore sportivo quello che sembra raccogliere i numeri più impressionanti. La riproduzione illecita dei loghi e degli stemmi delle squadre di calcio (ma anche di team che praticano sport diversi, come il basket) è un business assai ricercato e remunerativo, considerando che i prezzi bassi e abbordabili attirano un gran numero di clienti.
Recenti studi provenienti dall’EUIPO (l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale), volti a determinare l’incidenza sulle imprese della violazione della proprietà intellettuale nel settore sportivo, hanno fornito un quadro allarmante delle conseguenze che le merci contraffatte producono sul mercato legale, nonché sul più generale circuito dell’economia, della finanza e della società nazionale.
In particolare, emerge che l’industria del merchandising legale europea arrivi a perdere ogni anno oltre 500 milioni di entrate, a causa della circolazione nel mercato europeo di articoli contraffatti: un dato che, da solo, equivale a circa il 6,5% delle vendite dell’intero settore. Perdite, che, peraltro, impattano sull’occupazione comportando una riduzione di posti di lavoro pari a circa 3.000 unità.
Anche i numeri della produzione di articoli di merchandising contraffatti sono impressionanti. Una stima approssimativa si può ricavare dai risultati che la Guardia di Finanza e le altre autorità di contrasto al “tarocco” hanno potuto registrare solo nel biennio 2017-2019. Parliamo di circa 3 milioni di articoli sequestrati solo in Italia, tra gadget, accessori e abbigliamenti connessi al mondo del calcio. Spesso le operazioni più grandi sono coincise con importanti eventi sportivi nazionali e internazionali, a significare quanta parte del mondo sommerso resti ancora al di fuori della portata delle autorità a tutela dell’autenticità nel merchandising.
Molte volte, le operazioni di sequestro sono riuscite a portare allo scoperto vere e proprie filiere del falso merchandising: dai commercianti al dettaglio si risale ai distributori all’ingrosso, e da questi ultimi si arriva a veri e propri laboratori attrezzati di tutto punto per la produzione dei gadget contraffatti. In alcuni casi si parla addirittura di interi capannoni industriali, utilizzati per il confezionamento in serie di magliette delle squadre di Serie A e di altri capi di abbigliamento contraffatti, oppure di opifici riconvertiti alla produzione di shampoo, profumi e altri accessori delle principali squadre.
La tutela dei consumatori dai prodotti contraffatti
La popolarità del merchandising “tarocco” fa da contraltare alla consistente domanda di merce contraffatta da parte del pubblico. In un solo anno, si stima che – limitandoci al campionato di calcio di prima classe – vengano acquistati prodotti falsi per un valore superiore ai 10 milioni di euro.
Talvolta, come è evidente, il consumatore è assolutamente consapevole della natura non genuina delle merci acquistate. Vi è, tuttavia, un consistente numero di casi in cui gli stessi consumatori finiscono con l’essere vittima di truffe: convinti di acquistare prodotti originali, ricevono merce del tutto contraffatta.
Da questo punto di vista, la tutela di autenticità nel merchandising passa anche attraverso l’adozione di opportuni accorgimenti che i consumatori possono seguire per evitare le truffe, che si consumano nella maggior parte dei casi online.
In particolare, è regola di buon senso quella di prestare attenzione ai prezzi troppo bassi o, comunque, difformi rispetto ai prezzi di vendita consigliati.
Un altro aspetto da considerare, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti online, è quello di verificare la genuinità del sito: molti falsari sono talmente abili da creare siti che sembrano essere originali, così da confondere anche gli utenti più bravi. In questo caso, controllare le informazioni del sito (come l’url utilizzata e la sezione About o le FAQ) e le sue policy può evitare brutte sorprese.
Strumenti a tutela dell’autenticità nel merchandising
Detto questo per quanto riguarda l’importanza di difendersi dall’acquisto di prodotti di merchandising falsi, è utile sottolineare anche che esistono strumenti di contrasto al “tarocco” che evidenziano l’attenzione rispetto al bisogno di tutelare l’autenticità dei prodotti.
Sotto questo profilo, basti ricordare quanto già detto a proposito dei numeri imponenti dei sequestri di merce contraffatta che quotidianamente vengono operati dalle forze dell’ordine. Questo perché, come è noto, la contraffazione dei marchi (delle squadre sportive, come di ogni altra azienda) è un reato.
La Corte di Cassazione ha più volte ricordato che i marchi delle squadre di calcio sono tutelabili al pari di qualsiasi altro simbolo o segno di proprietà intellettuale legittimamente registrato. Ne consegue che chi falsifica i prodotti di merchandising è perseguibile penalmente, anche nell’ipotesi in cui la contraffazione non tragga in inganno il consumatore, consapevole di stare acquistando un prodotto “tarocco”.
Ma le aziende interessate come possono difendersi senza dover attendere i tempi della giustizia?
Oltre all’importanza di collaborare costantemente con le forze dell’ordine, per vedere tutelata l’autenticità dei loro prodotti, esistono oggi alcune soluzioni che permettono di proteggere la proprietà intellettuale a monte, ossia già confezionando in modo particolare i prodotti in questione.
Infatti, soprattutto per quanto riguarda i vestiti vengono utilizzate delle etichette olografiche su tessuto che possono essere impiegate nella realizzazione dei tessuti di magliette, sciarpe e capi di abbigliamento, nonché di tutti gli altri articoli di merchandising. Si tratta di prodotti che possono essere utilmente impiegati per proteggere le aziende dalla contraffazione, dal momento che le etichette forniscono un simbolo univoco, non replicabile e non alterabile, grazie al quale riconoscere immediatamente se un capo di abbigliamento o un altro articolo di merchandising è vero oppure no.
Questo prodotto tecnologico e avanzato viene ottenuto attraverso apposite matrici di stampa olografica, che imprimono sul marchio delle immagini, dei criptogrammi o dei codici olografici. Senza ricorrere alla stessa matrice è impossibile ottenere una riproduzione identica dell’ologramma, se non facendo fronte a costi molto elevati che renderebbero non più conveniente operare la contraffazione: è questo il motivo per cui queste etichette solo molto sicure ed efficaci.
D’altra parte, l’impiego di questi strumenti offre ai consumatori un’ulteriore garanzia di protezione, dal momento che basterà richiedere di verificare che il prodotto di interesse sia dotato dello specifico ologramma impresso dal produttore. Pertanto, le etichette anticontraffazione possono rappresentare uno strumento virtuoso che può contrastare efficacemente e in maniera preventiva tutte le distorsioni che la contraffazione nel merchandising può determinare.