Le cause della dipendenza da social network e i rimedi
Le cause della dipendenza da social network.
Oggigiorno la dipendenza dai social network è una delle più diffuse tra la popolazione. Le cause principali sono da ricercarsi in alcuni meccanismi psicologici, ma anche nel grande successo che i social network hanno riscosso nel mondo. L’internet, – che ormai è un compagno immancabile nella vita di ognuno di noi, – è uno strumento che fornisce informazioni, immagini, che ci permette di leggere notizie curiose o novità particolari. È il posto più utilizzato per scherzare, fare dell’ironia, portare avanti dei dialoghi interessanti o persino fare delle nuove conoscenze. Il tutto anche grazie alla possibilità di poter usufruire di questi piaceri stando comodamente seduti a casa propria. Con un social network a portata di mano si possono chiedere le principali informazioni che c’interessano a un amico, parlare senza limiti di tempo, scambiarsi file o persino giocare ai giochi come scacchi o dama via internet.
Lo scambio d’informazioni, i dialoghi e altro sono azioni istantanee che si traducono nella comodità dello stare a casa propria sfociano in una vera e propria dipendenza da internet. E quest’ultima, – come ben si sa, – può essere dannosa. Proprio la comodità ha nel tempo contribuito a formare la dipendenza da Facebook (e da social network simili) in veste di una vera e propria patologia. Questa si verifica quando l’interesse per il social network, per le sue novità, per la comunicazione digitale non tende a diminuire, ma porta la persona sempre verso lo stesso fine: trascorrere più tempo sulla piattaforma.
Gli interessi degli individui che soffrono di questa patologia possono essere i più diversi e disparati. Spaziando da coloro che vorrebbero sempre restare in contatto con i propri amici, spesso dimenticandosi che la comunicazione virtuale non prenderà mai il posto di quella reale, passando per coloro che sfruttano Facebook per leggersi, ininterrottamente, la pagina delle notizie. Senza dimenticare tutti coloro che utilizzano Facebook in qualità di un posto di svago, ove poter trascorrere le proprie ore in completa calma e relax.
Le cause che portano avanti questa dipendenza sono innescate dai meccanismi psicologici responsabili dall’affettività (poiché si è sempre in contatto con qualcuno a cui si vuole bene), dall’autostima (sui social network è possibile sempre crearsi un’identità migliore di quella reale), dalla soddisfazione di trascorrere il proprio tempo in maniera felice e dal piacere. Questo provoca il rilascio delle cosiddette sostanze psico-attivanti le quali creano meccanismi ricompensatori. Questi ultimi, a lunga andare, richiedono sempre maggiori quantità di sostanze rilasciate precedentemente portando al loro riutilizzo. A questo tipo di processi chimici sono vulnerabili al più i giovani, che hanno delle barriere mentali ancora non sviluppate a pieno delle facoltà. Per dirla semplicemente, avviene un meccanismo simile a quello che si sviluppa nella Programmazione Neuro-Linguare adottata nelle pubblicità, dove parole e immagini attivano alcune specifiche aree neuronali generando specifici desideri. La dipendenza dai social network, sembra insomma risiede nella voglia di sicurezza, di socialità e di personalità che siti come Facebook forniscono ai propri utenti. Queste dinamiche psico-emotive spingono l’utente a cercare il contatto con il social network sempre di più, finché questi non diventi un’ossessione.
I rimedi per le dipendenze da social network.
Per guarire dalla dipendenza da social network sono stati pensati diversi meccanismi che basano il proprio funzionamento sui fattori psicologici. Gli psicologi chiamati a risolvere i problemi di dipendenza agli utenti incalliti dei social network effettuano una procedura di guarigione a passi. Il primo di questi consiste nell’ammissione di una reale presenza della dipendenza. Il malato deve essere conscio di essere dipendente da Facebook e accettare a cuor sereno questo suo stato. Bisogna comprendere, che non c’è nulla di male nell’essere affetti da disturbi di questo genere. Si tratta di una malattia come un’altra, che però danneggia e quindi dev’essere risolta. Una volta chiarito questo primo punto, – fondamentale per procedere, – si può passare al secondo. Altrimenti, se la persona dipendente non se ne accorge, non si può lavorare sui suoi problemi perché essa tenderà a rifiutare le cure psicologiche. Il secondo passo dopo l’accettazione del problema è il lavoro sui lati negativi dello stesso.
Il dipendente deve comprendere cosa comporta la sua dipendenza: una graduale perdita della comunicazione reale, problemi di genere economico, nonché rischi di salute legati al dover sempre stare in una posizione. Senza dimenticarsi della salute degli occhi, continuatamente costretti a leggere delle piccole lettere su un monitor. Durante questa fase è meglio tralasciare aspetti di cura di cui la persona non è conscia. Quindi si potrebbe fare a meno di parlare dello stress, dell’insonnia, di una possibile depressione da social newtork e così via.
La persona deve comprendere cosa, per davvero, le fornisce il social network, e quali bellissime cose legate alla vita reale le toglie. Lo psicologo, durante questa fase, cerca d’indirizzare i pensieri del suo cliente verso una direzione precisa, facendogli pensare che senza l’utilizzo di Facebook e simili la sua vita sarebbe migliore. Specialmente se si eliminassero tutti i problemi, – anche di rendimento, – legati al social network. Quindi è importante porre al paziente un obiettivo, giustificandolo con il fatto che così egli riuscirà comunque a svolgere tutte le proprie attività sul social network, ma migliorerà il proprio rendimento nella vita reale. All’inizio ci si può prefissare un limite di 5 ore al giorno su Facebook. Dopo aver seguito questo limite per un po’ di tempo, si abbassa la soglia. E nel frattempo viene consigliato di seguire attività diverse da quelle legate alla rete, in modo da catturare l’attenzione del paziente. Una buona idea sarebbe una cena con gli amici o una partita a calcetto. Infine, gli psicologi cercano d’indurre i pazienti a eliminare completamente le notifiche dai social network da cui si dipende. In questo modo è possibile anche che egli si dimentichi, progressivamente, di dipendere da un social network. Alla fine l’individuo contatterà le persone con cui vuole parlare tramite altri mezzi, spenderà il suo tempo in una maniera diversa e sarà in generale meno portato a utilizzare siti come Facebook.