La cefalea a grappolo è una tre le tipologie di cefalea più dolorose in assoluto e si manifesta con acuti attacchi di dolore su un lato della testa, solitamente intorno all’occhio. Tra le particolarità della cefalea a grappolo evidenziamo il fatto che gli attacchi si ripetono in maniera ciclica, seguendo sempre lo stesso schema ed è proprio da questa caratteristica che deriva il termine grappolo.
I cluster o grappoli, rappresentano i periodi in cui si manifestano gli attacchi, spesso frequenti e ravvicinati: essi possono durare alcune settimane o mesi per poi essere seguiti, da periodi in cui cessano totalmente (periodi di remissione).
Lo schema varia da soggetto a soggetto ma, in linea generale possiamo dire che i periodi di fase attiva si manifestano una o due volte l’anno.
Il singolo attacco può durare anche solo 15 minuti o fino a 3 ore: le crisi possono verificarsi anche più volte in un giorno o anche una sola volta ogni 2-3 giorni.
Le forme conosciute della cefalea a grappolo
Esistono due diverse forme di cefalea a grappolo:
In forma episodica dove il grappolo ha una durata che varia da una settimana ad alcuni mesi con dei periodi di intervallo dalla malattia di almeno 2 settimane;
In forma cronica, cioè quando gli attacchi sono quotidiani e per oltre un anno senza intervalli (il 10% dei pazienti ha la forma cronica).
I pazienti più colpiti sono gli uomini, in una fascia di età tra i venti e i cinquanta anni, fumatori, appartenenti alla classe economico-sociale medio alta. Le donne sono colpite in età più precoce, ma comunque meno frequentemente degli uomini.
Cause
Non esiste una chiarificazione completa sulle cause di questo disturbo, normalmente il dolore intenso viene attribuito alla dilatazione eccessiva dei vasi sanguigni del cranio che vanno ad esercitare una forte pressione sul nervo trigemino.
Nei pazienti affetti da questa malattia, viene inoltre registrata una attività maggiore della ghiandola ipotalamo. Si ritiene che il dolore potrebbe avere origine in questa zona e coinvolgere i nervi alla base del cervello e protrarsi fino al volto a causa del coinvolgimento del trigemino. Questo nervo, attivato dall’ipotalamo procura dolore oculare, congestione, lacrimazione e arrossamento.
L’ipotalamo è anche coinvolto attivamente nei ritmi circadiani del nostro organismo, ecco perchè un suo squilibrio tenderebbe a far avvenire i cicli attivi del dolore a cadenze precise.
Per alcuni medici la responsabilità della cefalea corrisponderebbe al malfunzionamento delle terminazioni nervose della parte del ganglio palatino-sfeno, anch’essa collegata al trigemino ed alle vie nervose che stimolano la lacrimazione e la congestione nasale.
Fattori scatenanti della cefalea a grappolo
Ecco di seguito alcuni degli elementi che singolarmente o in combinazione tra loro possono scatenare la cefalea
- il consumo di alcolici (che favoriscono uno squilibrio chimico della ghiandola ipotalamo);
- il fumo attivo o passivo di sigaretta;
- le emozioni molto intense e lo stress;
- Le alterazioni del sonno e dei ritmi sonno veglia (anche con il jet leg);
- l’assunzione di alcuni farmaci (come gli antianginosi o la nitroglicerina).
Gli studiosi dicono che queste sostanze agiscano nelle fasi attive della malattia e non nei periodi di remissione.
Sintomi
Gli episodi di cefalea a grappolo si manifestano senza sintomi premonitori, all’improvviso. Il dolore è fortissimo, penetrante e lancinante.
- Tipologia del dolore: esso è per la maggior parte dei casi unilaterale.
- Intensità: essa è non solo grave ed intenso ma viene definito “trafittivo”. Coloro che soffrono di un attacco preferiscono camminare e premere la parte dolorante, visto che nella maggior parte dei casi stare sdraiati fa peggiorare l’attacco.
- Localizzazione: il dolore si colloca nella parte anteriore del cranio, attorno ad occhio, zigomo, mandibola e naso per arrivare in alcuni casi anche al cuoio capelluto.
- La durata: gli attacchi iniziano senza alcun preavviso e raggiungono in pochi minuti una grave intensità, esso può durare solo quindici minuti per arrivare a tre ore (la durata più frequente è meno di 1 h). Quando è in fase discendente scompare rapidamente in pochi minuti come è cominciato.
- Frequenza: questo tipo di disturbo si verifica con periodicità. Si alternano solitamente da uno a tre attacchi quotidiani, per svariate settimane, poi spariscono e vi è un intervallo (che di solito dura un anno) dove non compare nessun mal di testa. La cefalea si presenta normalmente nella fase rem del sonno, in particolare tra le nove di sera e le dieci di mattina.
Gli unici sintomi che talvolta percepisce il paziente, prima degli attacchi di dolore veri e propri che comportano anche difficoltà di parola, sono uno stato di confusione, irrequietudine ed agitazione che portano anche ad avere anche incubi durante le ore di sonno.
Compare poi, in genere, uno o anche più di uno dei seguenti sintomi:
- agitazione;
- congestione nasale;
- iperemia;
- lacrimazione copiosa, occhi congestionati ed edema palpebrale;
- abbassamento palpebrale e contrazione pupillare;
- foto e fono fobia;
- arrossamento del viso;
Come curare la cefalea grappolo?
La cefalea a grappolo è riconoscibile, con certezza, dopo essersi sottoposti a diversi esami diagnostici prescritti dal vostro medico curante:
- esame neurologico;
- tac;
- risonanza magnetica.
Non esiste una specifica cura per la cefalea a grappolo, lo scopo delle terapie mediche attualmente in uso è quello di diminuire l’entità del dolore e la durata delle crisi. Le cure con farmaci analgesici come aspirina o ibuprofene sono raramente efficaci perché la crisi, generalmente, scompare prima che il medicinale abbia fatto effetto.
La terapia della cefalea a grappolo si basa principalmente sulla prevenzione.
Tra i farmaci a rapida azione che, generalmente i medici prescrivono per attenuare i dolorosi attacchi, ricordiamo:
- ossigeno puro per inalazione per 15 minuti (allevia il dolore);
- lidocaina e diidroegotamina (a scopo anestetico);
- triptani.
Per prevenire gli attacchi di cefalea, sono stati instaurati dei protocolli terapeutici, da somministrare sotto il diretto controllo medico, troviamo
- i calcioantagonisti per modificare la pressione sanguigna;
- il valproato di sodio per prevenire convulsioni;
- il carbonato di litio (per i malati cronici);
- il predinisone (un farmaco antinfiammatorio a base steroidea per trattamenti a breve termine).
Cefalea a grappolo: invalidità
L’invalidità per cefalea a grappolo è riconosciuta come malattia invalidante dal 2020. Essa dovrà essere ovviamente certificata e diagnosticata da almeno un anno da uno specialista nel settore. Il medico dovrà accertare la posizione di disabilità del paziente e confermarne le condizioni invalidanti.
Tra le cefalee croniche vengono riconosciute come invalidanti:
- la emicrania continua
- la cefalea cronica a grappolo
- la cefalea cronica detta quotidiana
- l’emicrania cronica frequente
- la cefalea nevralgiforme
La domanda per il riconoscimento della patologia andrà inviata all’inps attraverso il proprio medico; una volta riscontrata la presentazione di riconoscimento bisognerà inoltrare la domanda per l’invalidità civile che verrà valutata caso per caso da commissione medica, una volta ottenuto il benestare della commissione si inizierà a percepire un assegno per l’invalidità civile.
In questo modo si otterranno i presupposti della legge n. 104 ed un assegno mensile per una accertata invalidità civile pari a 287 euro.